La hýbris del traduttore

LynseydePaulIeri, mentre lavavo i piatti, ascoltavo il giornale radio su BBC Radio 4. Si parlava della morte di Lynsey de Paul, una cantante che non conosco. La speaker a un certo punto dice che qualcuno l’ha definita “a Renaissance woman”. E lì mi viene un colpo.
Mi ritorna alla mente un libro da me tradotto ormai due anni e mezzo fa, il cui protagonista viene si autodefinisce “Renaissance boy”. E ora sono sicura di aver sbagliato a tradurlo. Mi asciugo le mani, prendo il computer e alla voce “Renaissance” del Ragazzini online leggo:

(fig.di persona di culturaRenaissance man, uomo eclettico

Io l’avevo tradotto con “rinascimentale”. Perché non mi era venuto in mente di cercarlo sul vocabolario. Certo che significa anche rinascimentale. E certo che l’immagine di un uomo di cultura rinascimentale richiama anche alla mente di un lettore italiano l’immagine di una persona eclettica dai numerosissimi interessi. Ma in italiano non è un modo di dire, in inglese sì. Il mio è stato un calco dovuto alla pigrizia e a un’eccessiva sicurezza nella mia conoscenza dell’inglese.

Bisognerebbe cercare sul vocabolario, googlare termini, frasi, nomi di luoghi e personaggi alla ricerca di collocazioni e immagini, anche le cose che già conosciamo o pensiamo di conoscere, per verificare se è una scelta dell’autore o un modo di dire che ignoravamo. Ne ignoriamo tanti nella nostra stessa lingua madre, figuriamoci in una lingua straniera, per quanto bene possiamo conoscerla.

12 pensieri su “La hýbris del traduttore

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  4. In mezzo a tanti aspiranti traduttori che non hanno tradotto un tubo e gongolano nel trovare errori nei lavori altrui, è bello leggere una traduttrice brava che ammette serenamente un errore (che a tutti capita di commettere) proprio, traendone spunto per una riflessione utile a tutti. Inequivocabile segno di professionalità e fiducia nei propri mezzi. Stima.

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    • Grazie! Fosse solo uno! Questo mi ha colpito per la distanza di tempo e la modalità. Un altro tempo fa l’ho scoperto mentre insegnavo un corso di traduzione, grazie a uno studente. E anche in quel caso era perché non mi ero disturbata a fare ricerche convinta di conoscere, o di poter azzardare, la soluzione.

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