Lavorare stanchi

Pause at work: cat sleeping on keyboard

Traduttore in pausa – fonte: http://tinyurl.com/j6ze6vn

Questo post non ha ovviamente la pretesa di avere un respiro sociologico, ma prende spunto da me, dalle mie esperienze e dalle mie vacanze di Natale che, come  del resto da una decina d’anni a questa parte, sono state delle vacanze dedicate interamente al lavoro e quindi da schifo.
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Editori che non pagano, ovvero della solidarietà tra i lavoratori dell’editoria

presa da http://2guystalkingmetsbaseball.com/wp-content/uploads/2013/12/tumbleweed-1.jpg
Era da tempo che pensavo di cominciare a curare un blog sulla traduzione. Sì, proprio ora che i blog stanno tramontando, ma vabbè.

Quando si traduce capita di fare ragionamenti complessi, a volte anche preziosi perché tornerebbero utili in futuro e ci eviterebbero sprechi di tempo quando ci capiterà di nuovo di affrontare problemi simili. Ma spesso sono cose non verbalizzate, che  scivolano via, si perdono. Vorrei fermare qui, in questo luogo pubblico, quei pensieri, per la mia riflessione futura e per coloro i quali capiteranno qui per caso.

Il primo post di questo blog però non parlerà di questioni traduttologiche, ma di soldi e di editori che non pagano. Tempo fa, io e alcune colleghe lanciammo l’iniziativa “Editori che pagano“. Ora l’iniziativa è ferma, perché per come l’avevamo concepita era complessa da portare avanti. Non escludiamo che possa risvegliarsi e proseguire in una forma più snella. Ma quello che continua è l’impegno dei singoli traduttori nel mettere in guardia i colleghi, gli studenti che frequentano in tanti corsi di formazione e i tanti seminari.
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